ATTIVITA' SPIRITUALI

 

 

COMO- Via Crucis, 14 Aprile 2006- 888 a.O.

 

 

Via Crucis con i Templari e l'Ordine Equestre del Santo Sepolcro a Como

Inizia il Corteo del Cristo Morto che attraverserà la Città di Como

Venerdì 14 Aprile 2006-888, i Templari hanno avuto l'onore di  partecipare alla Via Crucis del Cristo Morto il Venerdì Santo a Como sfilando, per la prima volta nella Storia dell'Ordine da oltre 800 anni,  accanto ai carissimi Fratelli nella Fede dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro.

Dietro al Santo Crocifisso, Fratelli insieme

 

 
 Sezione: Primo piano
Sabato  15-04-2006  17:05            Data articolo:   15-04-2006
 
 
 Como si inchina al 'suo' Crocifisso 
  
 In migliaia hanno percorso le strade del centro storico e assistito in piazza Cavour alla tradizionale benedizione del lago
 
 
 
Bambini, giovani, adulti, anziani, malati, sacerdoti, autorità  civili, perfino turisti. Migliaia di persone hanno accompagnato ieri pomeriggio il Crocifisso per le strade della città  nella tradizionale processione del Venerdì Santo. Un serpentone infinito di fedeli raccolti in preghiera è partito alle 15, ora della morte di Gesù, dalla Basilica del Crocifisso in viale Varese. Una folla immensa, che ha invaso le vie del centro storico già  affollate di turisti e comaschi impegnati nello shopping.
Un corteo nel segno del raccoglimento e della meditazione che naturalmente non è passato inosservato, tanto che chiunque si trovasse in zona si è sentito quasi in dovere di fermarsi per un istante in silenzio per assistere al passaggio della croce. La processione era aperta da centinaia di rappresentanti di gruppi e associazioni religiose e di volontariato, le crocerossine in alta uniforme, le carrozzine dei malati spinte dai volontari dell'Unitalsi.
Nel cuore del corteo il grande baldacchino con il Crocifisso, spinto da alcuni volontari e circondato dai sacerdoti e dai rappresentanti delle forze dell'ordine. Quindi le massime autorità  cittadine, il sindaco, Stefano Bruni, e il presidente della Provincia, Leonardo Carioni, accompagnati da numerosi assessori e consiglieri, il prefetto Domenico Lerro, il questore Angelo Caldarola, il procuratore capo Alessandro Lodolini, il comandante dei vigili Vincenzo Graziani, il consigliere regionale lariano Gianluca Rinaldin. Quindi, una folla di migliaia di fedeli, con persone di ogni età , dai bambini di pochi mesi agli anziani.
In piazza Cavour ad attendere il Crocifisso era il vescovo, monsignor Alessandro Maggiolini, che ha voluto impartire la benedizione del lago. L'inizio della processione in quello stesso momento era già  oltre piazza Volta, mentre gli ultimi fedeli non avevano ancora raggiunto il Duomo. E ai partecipanti alla celebrazione religiosa si erano aggiunte decine di persone assiepate ai bordi della piazza per assistere al rito.
In viale Varese, il passaggio della processione ha fermato per oltre un quarto d'ora anche la fiera di Pasqua. In silenzio, i moltissimi visitatori presenti in quel momento, mentre anche i venditori si sono sistemati sul bordo della strada per un segno della croce davanti al Crocifisso.
Nel piazzale della Basilica, intanto, decine di fedeli attendevano l'apertura delle porte per riuscire a entrare in chiesa e assistere alla meditazione del vescovo e alla benedizione, prima di procedere con il tradizionale rito del bacio del Crocifisso.
Terminata la celebrazione, infatti, è proseguito fino a sera in modo incessante il viavai di persone arrivate per un attimo di raccoglimento prima di salire verso l'altare appositamente allestito per l'adorazione e il bacio di Cristo sulla croce.
La reliquia è venerata sul Lario fin dall'epoca della seconda guerra mondiale, quando i comaschi la portarono in processione per le vie della città  chiedendo al Signore che il capoluogo lariano venisse risparmiato dai bombardamenti, come effettivamente avvenne.
In serata la celebrazione del Venerdì Santo si è conclusa con la liturgia della Passione di Gesù e l'adorazione della croce in Basilica e in Duomo, in attesa della grande veglia di questa sera.
 
Anna Campaniello
 

Como è così: tutto l’anno lavora, e lavora duramente, seria, determinata, quasi cupa nel suo regolare ordine dato alle cose ed alla vita delle persone, poi, all’occasione, Como si trasforma, e diventa un luogo dove si ricrea il canto corale della gente, un canto armonioso, una voce che proviene da un luogo più profondo di quello dove ha sede il senso civico ed il senso del dovere.

Oggi, era uno di quei giorni. Dire l’intera città, può sembrare retorico, ma chiunque abbia potuto osservare la folla richiamata dalla processione del Crocifisso non può sbagliare: era, ed è ogni anno, l’intera città a partecipare, alla processione che porta per le sue vie e fino al lago il suo Gesù Crocifisso.

Quest’anno, il tema della liturgia era proprio l’acqua datrice di vita, il grembo cosmico che insieme al Sole e all’aria rendono possibile, a condizione che di essi si abbia profondo rispetto, la vita nel nostro pianeta.

La Vita, dunque, ed il Dolore: quello che incrina la voce una volta possente del nostro Vescovo, il dolore inflitto all’Uomo della Croce dal peccato, il dolore che dovrebbe essere sopportato con dignità, i dolori di ogni giorno, quotidiani come il pane, e come la vita.

La Vita, la Storia: la sequenza di cause che prima che determinino l’evento appaiono diverse da quelle che successivamente si riconducono all’evento causato.

L’Ordine Sovrano Militare del Tempio di Gerusalemme, oggi, ha avuto il privilegio di  seguire il Crocefisso per le vie di Como.

Ciascuna delle cause che hanno condotto a questo evento sembra aver ricevuto un impulso “diverso”: il sostegno del nostro Padre Spirituale, Don Giovanni Ilia,  l’accordo del Priore della Basilica, la cortesia di Padre Livio Balconi, che ha ospitato i nostri mezzi nel Collegio Gallio, da lui diretto, e che ci ha accompagnato in una breve visita a quello che a ragione può chiamarsi un monumento alla cultura ed alla educazione di generazioni di giovani; la presenza dell’ Ordine Cavalleresco  del Santo Sepolcro, da tempo “ammesso” alle celebrazioni a differenza di noi, che dopo l’iniziale reciproco studio delle posizioni, ha chiuso, nell’incontro dei due Maestri sul sagrato un cerchio apertosi otto secoli fa.

Essere, esserci: un’evidenza grandiosa, da oggi, un impegno di lavoro per ogni Cavaliere del Tempio, gruppo di uomini che vuole essere Chiesa, fare Chiesa, dietro al Cristo Morto che domani è già Risorto.

Essere Templari, essere assieme all’U.N.I.T.A.L.S.I., ai Chierici ed ai Presibiteri della Chiesa Comasca, ai disabili, ai Giovani di Azione Cattolica, alle Associazioni, alle Forze Armate, agli Amministratori, alla Polizia Municipale, alle Confraternite e soprattutto essere tra il popolo di Dio, tra la gente: essere sale della terra, essere luce del mondo.

Nell'Immagine della Processione, dietro al Santo Crocifisso, si possono notare i tre Rappresentanti dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro con il classico "Tocco" ed, a seguire, il Drappello di 16 nostri Cavalieri, fra cui alcuni fratelli giunti da Reggio Calabria e Napoli con il Cerimoniere Nazionale e con i Dignitari dell'Ordine, S.E. LtGM fr. Alberto Zampolli, Gran Canc. Sr. Floriana Torelli ed il Precettore Piero Martini.

In Corteo con i Fratelli del Santo Sepolcro

 

Sfilata per la Città di Como

 

L'Incontro con S.E. Mons. Maggiolini

 

Il pensiero di una Sorella da poco entrata nell'Ordine, la Sr. Chev. Simona Convenga

Laudamus Te Christe, et benedicimus tibi,

Quia per Sanctam Crucem tuam redemisti mundum.

 "Mi piace pensare che anche Voi, carissimi Fratelli e Sorelle, abbiate vissuto lo stesso mio sentimento, allorquando, intenti a pensare al passato, vi sarete chiesti che cosa mai abbiano potuto provare i Cavalieri Templari nel momento in cui si compiva un evento storico del quale essi erano partecipi…

Oggi, questa domanda e il suo sentire, molto spesso si sono affacciate alla mente e sono rimaste a lungo, senza trovare, se non nella meditazione successiva, una risposta, che forse non è ancora completa…

Il vento della Storia ci è passato accanto, ha sollevato i nostri mantelli, ci ha accarezzato lasciandoci un po’ diversi da ieri, pronti a compiere quei passi, che comportano il non volgersi mai più indietro, e senza i quali nessun domani è possibile.

Siamo passati, al seguito di Nostro Signore Crocifisso, tra un’intera città intenta e commossa, accompagnati da una liturgia composta e significativa, molti ginocchi si sono piegati sulle pietre della strada, molte preghiere, anche mute, molti sguardi, di uno stupore misurato, a tratti di sorpresa, si sono fermati sulla nostra croce, che richiamava, ai più, l’altra Croce.

Abbiamo misurato i nostri passi dietro a quelli dei Fratelli del Santo Sepolcro, e al termine della cerimonia li abbiamo incontrati, noi numerosi, loro pochissimi e l’esatta sensazione che molti secoli si possano azzerare con un abbraccio.

Essi porteranno le intenzioni delle nostre preghiere in Terra Santa; a noi, oggi, resta impresso dentro quel vento sottile, eco sopra di noi di quell’Aria, di quel  Sole e quell’Acqua castissima datrice di Vita, che sono state invocate nelle preghiere e, soprattutto, di quella Via, di quella Verità, di quella Vita che domani risorge".

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La Crocerossina

I Fratelli Templari in Chiesa

I Fratelli del Santo Sepolcro ed i Templari in Chiesa

Il LtGM fr. Alberto Zampolli

In Chiesa

Le Crocerossine