Chi erano
nella storia della Serenissima
"I
Cavalieri di San Marco"
La
data in cui avvenne la costituzione dell'ordine dei "Cavalieri di San Marco"
rimane avvolta nel mistero: perché gli studiosi sebbene da sempre abbiano
profuso il loro interessamento facendo varie e approfondite ricerche presso
l'Archivio di Stato a Venezia, non sono riusciti a rintracciare alcun
documento che citasse l'evento istitutivo dell'Ordine Equestre dei
"Cavalieri di San Marco".
Dal
lavoro di ricerca sono affiorati frammenti storici dai quali si può
presumere l'esistenza dell'Ordine sin dai tempi remoti, ma non fatti o
elementi utili a stabilire la data o il periodo preciso della prima
investitura.
Consultando varie pubblicazioni, si possono appurare diverse notizie
concernenti i "Cavalieri di San Marco" durante il dominio veneziano; tra
esse merita particolare attenzione quella riportata nella rivista
Associativa edita nel dicembre 1986 in occasione del decennale della
rifondazione dei "Cavalieri di San Marco", dove si legge che <...anche negli
archivi pubblici e privati non si possono trovare le origini. Vi è stato un
tentativo di saperne di più nel 1738 da Pietro Gradenigo, si venne a sapere
che la creazione dei "Cavalieri di San Marco" era ben remota. Ma non si
seppe nulla sull'origine di questa dignità cavalleresca >.
Risulta che anche l'indice dei "Cavalieri di San Marco" dal 1456 al
1792, all'Archivio di Stato, non citi l'origine; quel che è certo, comunque,
è che in "Cavalieri di San Marco" sono esistiti.
Questa esistenza la troviamo confermata in Nicolò
Contarini che nel 1847 scrive
come il titolo di "Cavaliere di San Marco" fosse conferito a cittadini
benemeriti; e anche in Ricciotti
Bratti, che nel 1898 compie
il tentativo per una storia dei "Cavalieri di San Marco".
In
esso non si trovano date di inizio, ma semplicemente una descrizione dei
documenti tratti dal Museo Correr, in uno dei quali riguardanti la relazione
di un combattimento, si legge quanto segue:
Il
17 Aprile il capitano Marco Jvanovich con la sua tartana Santissimo
Crocefisso e Madonna del Rosario, navigava verso il Regno di Morea. Giunto
nelle acque di Patrasso si imbatté in un legno barbaresco che, avendo invano
inseguito i due grosso battelli, coperti di bandiera veneta dirigeva a vele
spiegate la prora verso la sua tartana. Tenta l'Jvanovich di proseguire
celermente la rotta, ma visto inutile ogni sforzo contro la velocità della
nave nemica, s'apparecchiava coraggiosamente all'assalto ed innalza
l'insegna gloriosa di San Marco, mentre per il legno avversario veniva
issata la bandiera di Tripoli.
La disparità delle forze apparve subito evidente.
La nave tripolitana molto più grande avea un equipaggiamento di 200
marinai e 16 cannoni. Che doveva fare il Capitano veneto con i suoi 19
uomini e con solo 8 pezzi di artiglieria? Lo scontro tuttavia era
inevitabile e l'Jvanovich risoluto a morire piuttosto che cadere preda
nemica, si disponeva a far pagar cara la corsaro la audace impresa.
Un colpo di cannone a salve, quasi gli intima la resa ed egli risponde
con una nutrita scarica di artiglieria che fa impegnare vivace e accanita la
pugna. Si combatte per ore ed ore continuamente, la tartana veneta respinge
per tre volte l'assalto nemico, finché calata la notte, il corsaro,
danneggiato nell'equipaggio e nella nave, abbandona l'impresa.
Nella chiesa dei Ss. Giorgio e Trifone degli Schiavoni, a Venezia, esiste un
quadro rappresentante l'azione navale che valse a Marco Jvanovich il
Cavalierato di San Marco, nel centro al basso del quadro, vi è un medaglione
con il ritratto dell'Jvanovich stesso, che con la mano mostra sollevandola,
la croce di Cavaliere che gli pende dal lato del petto.
Al
Civico Museo Correr di Venezia si trovano due Croci di "Cavaliere di San
Marco" e una collana d'oro con medaglia pure della Repubblica veneta.
Ad
una di esse è inoltre unita la relativa fettuccia di sostegno di stoffa,
mentre l'altra ha pezzi di catenella veneziana "Manin" riunita all'
estremità da fermagli lavorati a fregi.
Il
Serenissimo Doge Alvise Mocenigo conferì nel 1769 il titolo equestre in
perpetuo ai Canonici della Cattedrale di Treviso del quale ancor oggi si
fregiano.
Con
solenne cerimonia il 6 maggio 1995 il Vicario Decano della Curia Vescovile
di Treviso, Mons. Pietro Guarnier, nella Chiesa di San Francesco della
Vigna, consegnava al Sindaco Cacciari la riproduzione dell'originale della
"Croce dei Cavalieri di San Marco" assegnata ai Canonici.
Senza alcun dubbio storico, finalmente il simbolo dei "Cavalieri di San
Marco" trovava così conferma ufficiale.